Sotto al crocifisso di Cranach, in mezzo alla mostra: „Uomo & Legge“ (Kreuzkirche Hannover), si è tenuto, il 15 marzo scorso, il 2° Concilio delle donne, così essenziale al Festival der Philosophie, in quanto alcuni concetti, come quello di quest’anno della giustizia, vanno tematizzati anche „al femminile“.
Gli uomini parlano fin troppo di giustizia, lasciandosi abbindolare dalla ricerca di macro-pianificazioni, ingegneria sociale, nuove teorie distribuitive, insomma da ragione materiale e tecnica.
E poi tocca alle donne dover ristabilire l’equilibrio, la pace e l’armonia e spesso ci arrivano troppo tardi, quando possono soltanto onorare le vittime della ragione di stato, mercato, pubblicità e placano ira e indignazione, rimettendoci il cuore e i loro affetti più profondi.
Piuttosto che costruire nuove torri di Babele, le donne incarnano pragmaticamente, contro corrente sulla scia di Penelope, nel tessuto sociale „qui e adesso “ la giustizia, perché si sentono custodi della vita sulla terra.
Scelgono la saggezza che dà „senso“, al sapere e alle sterili scienze „alla moda“, passeggere e futili, che luccicano al momento,.
E dovendo compensare mancanze sempre più grandi e diffuse della società, rischiano anche di ammalarsi. Se la società fosse „ragionevole“, attenta ai problemi degli ultimi, e quindi umana (e lo stato sociale non ci esime da questo impegno), permetterebbe alle donne di pensare anche a se stesse e di non esaurirsi a far sempre „da pompiere“.
La premura e la prevenzione possono assumere forme di resistenza (resilienza), ma ciò non basta, altrimenti ci si rassegna, ci si logara e deprime e si diventa grigi. Bisogna coltivare la speranza di poter agire in positivo:
1) allargare il campo di azione del diritto alla definizione e conservazione dei beni comuni (Commons) per le generazioni future e riconoscere e tutelare il diritto umano fondamentale al sapere
2) inventare nuove pratiche sociali e politiche.
A livello nominale e giuridico è un’utopia tutelare la sfera metafisica in una società secolare. L’esperimento è vecchio quanto la terra e la storia non è altro che una seguenza sconfitte.
La vita e la polis vengono prima del logos (ricorda Michelina Borsari, vedi sotto) quindi bisogna imparare ad agire lì, acquistando un habitus che lo faccia agire in modo giusto, anche prima di aver pensato la sua azione. Agire bene infatti, al contrario del logos, non avviene nel tempo misurato meccanicamente. E dopo l’esempio, la sequela, la pratica troviamo la lingua e il discorso quali mezzi importanti per apprendere l’agire bene. Partiamo dai beni comuni: ce ne sono tanti, non sono sostituibili e sono in una certa gerarchia tra loro, se non se ne rispetta la gerarchia li mettiamo tutti a rischio. Sarebbe demagogico implementare il discorso democratico che appartiene alla sfera sociale e politica ai campi: della natura, della morale personale, del diritto e dell’estetica. In tal caso abbiamo sostituito il fine con un metodo e abbandoniamo la sfera dell’umano per consegnarci nelle bracce assolutistiche della tecnica..
Con questo Concilio focalizziamo quindi un bene comune centrale, quello del sapere oggettivo e della coscienza dell’uomo di essere in grado di coglierlo, ossia della fiducia nell’uomo e in una lingua, che unisce e, attraverso la comunicazione di sentimenti comuni, crea comunità e difende diritti.
La fiducia e il diritto. La rete di internet ha cambiato radicalmente la nostra percezione del reale: ci consente di accedere immediatamente a infinite informazioni e rischiamo di condividere opinioni, prima ancora di conoscere discipline e contesti.
Antje Niewisch-Lennartz (Ministro della Giustizia della Bassa Sassonia) parla del legame tra fiducia e diritto, in un mondo sempre più digitale e trasparente, e in cui l’uso della tecnica (cellulare, internet ecc.) e privacy sono sempre meno compatibili. Afferma che nel sistema politico democratico la fiducia è un bene da preservare, e distingue il metodo democratico necessario alla vita politica, da quello non democratico dell’amministrazione giudiziaria, sottomessa alla legge.
Quando una crisi fa vacillare la fiducia nel diritto, il non addetto ai lavori non sempre riesce a seguirne tutti i passaggi, addirittura certe volte è necessaria una mediazione personale, individuale. Il sistema giudiziale ha bisogno della fiducia di chi cerca protezione nel diritto e, in qualche modo, interviene così anche sulla politica, secondo il principio: in tribunale fa sì che una democrazia funzioni.
La fiducia è base della democrazia. Se il discorso politico non favorisce la cultura dello stato di diritto devono contribuirvi il sistema giudiziario e i cittadini stessi.
L’uomo e gli animali. Sapere di più non significa di per sè agire meglio afferma Alma Massaro (Università di Genova e Teologia degli Animali) illustrando quanto schizzofrenico sia attualmente il nostro atteggiamento con gli animali, o li eleggiamo a partner o li mangiamo o ancor peggio li lasciamo soffrire, come se non sentissero come noi. Ogni cultura del passato era piena di relazioni uomo-animale, soltanto la nostra è così unispecifica e povera. La Massaro ricorda che la pubblicazione del libro „Animal Macchine“ di Ruth Harrison (1964) ha portato al Brambell Report e al Britisch farm animal welfare council (1979), che sanciscono cinque libertà del benessere degli animali, che dipende dal rispetto delle esigenze fisiologiche (mangiare, bere ecc.) e etologiche (le caratteristiche comportamentali): 1. libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione; 2. libertà dai disagi ambientali; 3. libertà dalle malattie e dalle ferite; 4. libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche; 5. libertà dalla paura e dallo stress.
Le ricerche etologiche, spesso condotte non da animalisti, dimostrano quanto le comunità animali si avvicinino a quelle umane. Il divario uomo-animale va sempre più assottigliandosi, mano mano che la scienza ci svela i loro mondi.
Per fortuna la giurisprudenza non nasconde queste verità se nel 2009 definiva gli animali esseri senzienti.
Nel luglio 2012 eminenti scienziati riuniti a Cambridge hanno stilato un documento, in cui si elencano gli animali che non solo hanno sensibilità, ma hanno anche coscienza, affermando che molti animali sono coscienti e consapevoli come gli esseri umani.
La donna e la giustizia nel vecchio testamento. Donatella Scaiola (Università Urbaniana, Roma) spiega che nell’antichità la giustizia si immagina più che con una bilancia come lo scorrere delle acque di un fiume e si sofferma poi ad analizzare due figure apparentemente secondarie del vecchio testamtento: Tamar e Ripzà.
La tribù di Giuda, da cui discende il Messia, aveva un capostipite senza un merito particolare neppure giusto, forse proprio per la libertà che ha Dio di scegliere chi vuole. Giuda aveva sposato una straniera: Sua, da cui ha tre figli. E anche il suo primogenito sposava una straniera Tamar. Morto precocemnete il marito Tamar sposò, secondo la legge del levirato, suo fratello. Quando muoriva anche questo Giuda si rifiutò di darle in marito il terzo figlio. Tamar pur di dar un figlio al marito morto si travestì da prostituta e sedusse il suocero, rischiando vita e onore. Quando essendo incinta si scoprì la cosa, si giustificava ufficialmente della sua azione, gettando un ombra sul suocero che l’accusava, e che non aveva voluto darle in marito il terzo figlio. A quel tempo infatti non aver figli era considerato come non essere mai nato.
Secondo esempio: Davide vedendo che una carestia affliggeva da due anni il suo popolo chiese a Dio a quale colpa si potesse collegare. La risposta fu: il suo predecessore Saul non aveva rispettato un patto con i Gabaoniti. Davide chiese a questi come poter risarcire il danno, ma richiesero la consegna di 7 discendenti di Saul da impiccare. Davide consegnò loro tra le sette vittime anche due figli della concubina di Saul, Ripza. I cadaveri dei setti impiccati vennero esposti allo scherno e agli animali e Ripza si recò sul luogo del sacrificio facendo del mantello di Juta del lutto una tenda e custodendo giorno e notte i cadaveri, fino a quando arrivò Davide e li seppellì nella tomba di Saul.
Ripza è la figura orgininaria della Madre coraggio di ogni tempo, accusa caparbiamente senza proferir parola la violenza della ragione Stato e onora tutte vittime, non soltanto i suoi figli. Come le madri dei caduti in guerra, la cui ribellione non ha senso.
La storia continua: l’atteggiamento di Ripzà portò Dio a riappacificarsi con gli uomini e con la terra.
La filosofia tra evento e habitus. Michelina Borsari, fondatrice e Manager del Festival di Filosofia di Modena, ha spiegato causa e finalità di questo e della piattaforma europea. La forza emotiva del suo messaggio va al di là delle pareti della Kreuzkirche, quasi voglia raggiungere quell’Europa sorda, e per questo anche malata, alle istanze della prima delle scienze umane, relegata a estinguersi nelle aule delle università con l’università stessa.
1) Il Festival di Filosfia non ha un fine in sé, è strumento per costruire l’Europa. Nasce dal pensiero filosofico, artistico, morale e sociale che da millenni sostiene il Sud e si offre adesso a compensare e sostenere l’organizzazione puramente economica e burocratica dell’Europa. Il Festival di Filosofia non vive del ricordo, non risuscita lo spirito dell’antichità ma è palestra attuale di pratica filosofica, sociale e politica, senza di cui la coscienza di comunità europea non può formarsi.
2) Attraverso la piattaforma dei Festival, i singoli paesi europei rispondono ad un appello femminile, perché basato sulla „ragione impura“ (Remo Bodei), che connette e non divide che antepone la polis al logos.
Questo evento genera, alimenta e connette comunità, polis, idee artistiche, spazi per giovani filosofi e artisti. Sebbene la maggior parte dei testi filosofici siano scritti da uomini, bisogna puntualizzare che questi non li avrebbero scritti senza le donne (a partire da Diotima), elemento di coesione dei cenacoli, padrone di casa, muse e mecenate che li fanno incontrare e sostengono il discorso filosofico anche quando va in crisi. Sono anche le donne che scelgono e promuovono le nuove leve di queste disciplina, siano esse oggi segretarie o manager di istituti filosofici e fondazioni o coniugi. Sarebbe poi riduttivo considerare la storia del pensiero filosofico come una collezione di scritti..
3) Questo evento funziona da leva per superare provincialismo e campanilismo, porta a riflettere su una nuova coscienza di Europa, a far crescere insieme paesi, mentalità, vissuti storici diversi. E presenta non gli studiosi o gli storici della materia, che vivono di rendita e allori passati ma proprio quei filosofi che agiscono e parlano in prima persona.
L’esposione di immagini delle piazze modenesi stracolme è la conferma della scelta di Hannover di seguire questo esempio italiano e perché no: femminile.
Begrüßung: Dott. Gianpaolo Ceprini, Italienischer Generalkonsul Hannover
Frau Ministerin Antje Niewisch-Lennartz
(Niedersächsisches Justizministerium)
Wissen als Allmende
Dr. Alma Massaro
(Università di Genova)
Menschen und Tiere
Prof. Donatella Scaiola
(Università Urbaniana, Rom)
Frau und Gerechtigkeit im Alten Testament
Prof. Dr. Christine Morgenroth (Hannover):
Gesellschaftskrankheiten und Geschlechtergerechtigkeit
Prof. Michelina Borsari
(Managerin des Festival di Filosofia Modena und des EU-Netzwerks der Festivals der Philosophie): Denken zwischen Event und Habitus
Gerechtigkeit ist vielleicht, was man am wenigstens zu feiern hat, da die Menschheitsgeschichte eine Geschichte der Ungerechtigkeit ist. Man sucht nach einer gemeinsamen Sprache im Dialog (keine Assimilation) mit den verschiedenen historischen, religiösen und kulturellen Kontexten, in denen sie verankert ist, vertieft sie als Tugend und soziale/politische Praxis.
Aber die Feuerprobe für die Gerechtigkeit bleibt ihre lokale Aktualisierung: die Resilienz und die mühsam enttarnten technokratischen Tendenzen, die auf die Löschung der Vergangenheit zielen, Verantwortungen teilen und verschieben, Geschehnisse, Güter und Personen verwalten.
Aber noch eine andere Antwort finden wir in dem II. Frauenkonzil, in der Erweiterung der Commons, des Gemeinsinns, des Respekts. Das hat den Vorteil, dass man hier nicht reagiert, sondern positiv zu etwas beiträgt.
Die Fürsorge für das Ganze, für die Harmonie, für die Zukunft ist die weibliche Form der Gerechtigkeit, sagt Gisela Dischner; und man soll die Frauen in dieser Aufgabe nicht allein lassen, sonst werden sie überfordert.
Wissen ist ein gemeinsames Gut, das zu immer tieferer Kommunikation beitragen soll und uns neue Horizonte erschließt: die Wahrheit ist zu groß, um sie für sich allein zu behalten. Der Friede mit Tieren, Umwelt, Mitmenschen gehört zum guten Leben und zu unserer Identität.
Michelina Borsari beschützt mit Ihrer Idee des Festivals der Philosophie eine kulturelle Europäische Landschaft, die schon zum Aussterben verurteilt war. Sie hat in sieben europäischen Ländern Festivals der Philosophie implantiert und ein Netzwerk, das sehr eng miteinander arbeitet und auf persönlichem Engagement und Austausch basiert. Und auf diese Weise bewegt sie Millionen von Menschen auf der Suche nach Orientierung.
Modena und Hannover sind auch aus einem anderen Grund verbunden. Allein durch die Abstammung der Welfen aus dem Haus d’Este konnte Sophie von der Pfalz Kurfürstin werden.
Wir erwarten uns von diesem Frauenkonzil nicht nur mehr Wissen, sondern auch Kontakte, Bestätigung für die schon geleistete Arbeit und Energie zum Weitermachen. Das ist nicht selbstverständlich beim fortschreitenden Individualismus.
Gesang a cappella: Karin Fischer
Programm: Soul Song der größten Liebe: DA AI – Soul Song der größten Vergebung: DA KUAN SHU – Soul Song des größten Mitgefühls: DA CI BEI – Soul Song des größten Lichts: DA GUANG MING und / oder Soul Song von Love, Peace and Harmony
Wasser, Wein der Philosophin (Vinosophia, von Prof. Helmut Pape) und Brot
Fotografin: Gloria Kölbel, unique PICTURES, Videoaufnahme: Dipl. Ing. Karsten Reumann
Das I. Frauenkonzil fand 2012 statt und seine Texte sind versammelt in „Nachhaltigkeit denken“, LIT Verlag 2011. Auch die Texte des jetzigen Konzils werden im Sammelband der Texte zum 4. Festival veröffentlicht.
Accademia di Ipazia in Kooperation mit der Stiftung Leben & Umwelt/
Heinrich-Böll-Stiftung Niedersachsen und der Ev.-luth. Marktkirche St. Georgii et Jacobi, gefördert von der VHV Gruppe, der Leibniz Universität Hannover
Hypatia – Moderne Frau der Antike
Szenische Lesung von Gyde Callesen und Petra Zersen
Die beiden Autorinnen Gyde Callesen und Petra Zersen gestalten eine szenische Lesung zu der spätantiken Gelehrten Hypatia.
Sie war die berühmteste Mathematikerin der Antike, lehrte am Museion in Alexandria und starb für ihren Glauben an die Freiheit der Forschung und die Unabhängigkeit der Wissenschaft.
Mehr Infos unter: www.gydecallesen.de und www.accademia-di-ipazia.de
Veranstalter: Accademia di Ipazia
Freitag 13.04.2012, von 11.30-12 Uhr Maestro Saal im Künstlerhaus, Sophienstr. 2, 30159 Hannover
Samstag 14.04.2012 um 11 Uhr im Kommunalem Kino, Künstlerhaus, Sophienstr. 2, 30159 Hannover Kurzfilm-Projektion der Sokratischen Gespräche in der Justizvollzugsanstalt Hannover und in der Justizvollzuganstalt Hameln, Studio Artistico in Kooperation mit der Region Hannover, dem Kommunalen Kino, Philosophische Fakultät der Leibniz Universität Hannover und Heinrich Böll Stiftung.
"Angeregt von dem bisher einmaligen Versuch der Justizvollzugsanstalt Berlin-Tegel möchten wir im Rahmen dieses Festivals zwar nicht dasselbe, aber etwas Analoges inszenieren, nämlich über ein Sokratisches Gespräch, das heißt ein Nicht-Akademisches-Gespräch mit Haftinsassen, das diese thematisch auch selbst bestimmen können, das Leben bestimmende Begriffe wie Freiheit, Glück, Achtung, Vernunft u. a. besprechen. Angestrebt ist eine Verbindung von Innen und Außen, was durch eine Öffentlichkeit über Film und Presse hergestellt werden soll. Es geht sowohl innen als auch außen um einen Beitrag zu einer kulturellen Entwicklung". (Dr. Andreas Knahl)